Capodanno a Madrid: un Field Report - In Attraction

Capodanno a Madrid

Un Field Report

 

Siamo all’ultima serata del corso a Madrid.

Al contrario di quello che mi aspettavo, le Madrilene sono davvero cazzute da sargiare.

A parte che nessuno sa l’inglese, ma di mentalità sono molto chiuse.

È indubbiamente un’ottima palestra.

Compleanno di Henry e ultima serata di corso. Siamo io, Henry, Alessandro, Giulio, David e una tipa rimorchiata da lui pochi giorni prima.
Ci dirigiamo nel locale dove avremmo festeggiato. Discoteca e musica altissima. A parte la zona fumatori non c’è molto modo di parlare. Non il massimo.

Iniziamo a bere qualcosa, mentre sfottiamo un tipo vicino a noi, il classico che spende minimo 1500 euro di tavolo, per far colpo con tre tipe passabili che erano con lui.

Lui, sfigatissimo, loro palesemente interessate solo all’immagine che lui poteva dargli.

Mi ha sempre stupito la bassezza di certi soggetti, che si sotterrano letteralmente per avere il miraggio di una scopata.

Sparo un mega Neg sulla tipa più carina delle tre, solamente di paraverbale perché queste qua manco sapevano una parola di inglese.

Io, Henry ed Ale le ridiamo letteralmente in faccia.

Io ed Henry decidiamo di farci dei biglietti da visita per occasioni del genere.

Da dare a questa sottospecie di uomini.

Intanto si avvicinano 4 o 5 ragazze, amiche di Giulio (un corsista che aveva vissuto a Madrid per diverso tempo), probabilmente per scroccarci da bere.

Si, come no.

Andiamo un attimo in pista, al mio ritorno, mi siedo e mi si siede affianco una tipetta, con un cocktail in mano (infatti, visto che probabilmente avevano capito che aria tirava e che non eravamo pollastri da spennare, hanno capito che non c’era trippa per gatti e il cocktail se lo sono comprato).

Questo è fondamentale.

Non si offre da bere a una ragazza al primo approccio.

Voi non pagate per l’attenzione di una tipa, perché, in primo luogo vi rispettate e in secondo luogo non considerate la tipa una prostituta fino a prova contraria.

Torniamo alla tipa a fianco a me.

Dopo un po’ mi volto e le faccio: “Ciao”.

Giustamente pensando, con la mia tipica arrogance che l’italiano lo conoscesse. Fortunatamente lo capiva. E iniziamo a parlare. Lei capiva l’italiano, io capivo a grandissime linee lo spagnolo e dove non ci arrivavamo ci parlavamo in inglese.

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Sposto la conversazione dove volevo che andasse: inizia a parlarmi di cosa cerca in un uomo, le faccio una lettura a freddo, sul fatto che fosse una tenerona sotto sotto.

Lei nega.

In maniera abbastanza evidente e ripetuta.

Breccia fatta:

“Sai, l’ho capito subito che sei così… da un particolare..”

“Da cosa?”

“Dal fatto che sono anche io così. Un bello scudo davanti, ma fra simili ci si riconosce. E in più, se non fosse vero, non lo negheresti così tanto..”

Mentre la guardo fissa negli occhi.

Mi continua a parlare di cosa cerca in un uomo.

Quando finisce le chiedo quali fossero le 3 qualità che metterebbe in gioco per conquistarlo.

Sempre sguardo fisso. Le dovete scavare l’anima. Si deve sentire sulle spine.

Alla terza qualità non riesce a proseguire.

“beh, è giusto che sia così. È l’ultima qualità che ti resta, quindi ne devi essere davvero sicura per far breccia nel tuo principe azzurro…”

Non dice nulla. Le faccio una carezza sulla guancia, e mi avvicino alla sua bocca. 10 centimetri.

“Sei troppo una brava ragazza per me.”

Sempre guardandola come uno squalo quando sente l’odore del sangue.

“Perché?”

“Perché nelle favole io sono sempre il lupo cattivo. Non sono il principe azzurro… devi stare attenta”

“Non sono una brava ragazza.”

“Beh, sai, mi hai già detto una bugia. Ora dovresti dimostrarmelo…”

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Le faccio ancora una leggera carezza, ma le lascio la mano sulla guancia.

Mi bacia. Più che un bacio era un tentativo di stupro.

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Non ho mai incontrato una ragazza che baciasse con così tanta focosità. Mi morde la lingua e sento il sapore del sangue.

Porca troia.

Ci limoniamo ancora un po’ finchè non mi ferma il buttafuori perché ci eravamo spinti un po’ troppo oltre con le palpeggiate.

Mi salva Henry.

La mollo per andare a divertirci un po’ in pista.

Al mio ritorno è nel tavolo a fianco con alcuni amici che già conosceva.

Io mi faccio bellamente i cazzi miei, consapevole del fatto che mi guardava di sottecchi.

Casualmente, me la ritrovo ancora di fianco.

Le indico un ragazzo, maglione arancione, molto carino, e le dico che secondo me a lui lei piace. Che se vuole glielo presento. Mi sembra un bravo ragazzo.

Mi salta di nuovo addosso.

Secondo me tu non ti chiami Ermes, ma sei Paolo.”

Paolo è il bravo ragazzo. Ermes è il figlio di puttana. Ti ci vedrei bene con Paolo.”

Sorriso bastardo.

Mi chiede di andare a ballare.

Non sapevo dell’usanza Madrilena.

In pista ci tocchiamo pesantemente mentre lei continua a mordermi la lingua e le labbra.

E vabbè, adesso le faccio vedere di cosa sono capaci gli italiani.

Le prendo i capelli da dietro, le tiro indietro la testa e inizio a morderla sulle spalle, sul collo e sul petto.

Ansimava talmente tanto che la sentivo sopra la musica.

Gli punto la coscia fra le sue gambe, in maniera che lei si possa strusciare e vado giù con la lingua fino ai capezzoli.

Inizio a sentire la stanchezza.

Non ho più l’età.

Ritorniamo al tavolo.

Sono le 6.

Decidiamo di andare.

La saluto con un bacetto pensando che lei rimanesse.

Una volta fuori, vedo che ci hanno seguito.

Mi chiede se rimango da lei questa mattina.

Ho l’aereo alle 11.

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Distrutto… dopo una settimana di panico.

“Ci reincontreremo, forse. Dopotutto siamo soltanto in 7 miliardi…”

Sorrisetto bastardo.

Le do un bacetto sulla guancia e uno sulla fronte.

E la guardo allontanarsi.

 

 

Un abbraccio,
Lo Staff di IN Attraction

 

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