Come Superare la Paura
Un Approfondimento
Abbiamo ricevuto diverse richieste di approfondimento dopo l’ottimo articolo di Ale sulla Paura.
Mi fa molto piacere perché questo dimostra che chi ci ha scritto ha ben chiaro che la paura non è un elemento da fuggire e nemmeno da deridere, ma da approfondire.
Molti hanno capito che le paure che tantissimi tentano di sfuggire sono un qualcosa di importante.
La paura. Credo dovremo capirla meglio soprattutto per comprenderla e comprendere il messaggio che ci vuole dare.
Non sono uno psicologo o psichiatra, né un paurologo, ma nella mia attività da imprenditore ho approfondito questo argomento sia per me, sia per aiutare i miei clienti nei momenti più delicati. Non posso non citare, tra i molti eccellenti formatori, nel mio percorso, il grandissimo Patrizio Paoletti.
Qui troverete esperienze di vita: poche chiacchiere, nessun distintivo, ma di cicatrici… quante ne volete!
Di fatto la paura è un elemento che determina effetti in ambito prevalentemente chimico.
Essa causa una sovra produzione prevalentemente di adrenalina che in qualche modo aumenta (e in alcuni casi arriva a distorcere) la percezione della realtà circostante. Vediamo come: l’adrenalina generata permette ai neurorecettori di viaggiare più velocemente o se volete attiva percorsi periferici. In questo modo, facendo lavorare di più e meglio il nostro cervello avremo a disposizione più dati per valutare.
Insomma, senza la pretesa di tecnicismo di un testo scientifico, vista in questo senso, la paura è un meccanismo acceleratore/amplificatore che ci rende molto più recettivi e attivi.
Non diventiamo di sicuro super eroi, ma la natura ci ha dotato di questo sistema per aiutarci a valutare in maniera più efficace le situazioni che potrebbero essere un pericolo per noi.
Tuttavia se lo stato di paura permane per un tempo troppo lungo ci intossica a tal punto da ribaltare completamente la sua funzionalità originaria. Se siamo intossicati dalla paura è impossibile prendere decisioni che ci tutelino.
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Ne saremmo completamente accecati.
La paura è quindi un elemento naturale della vita umana.
Ora sappiamo che non si può né si deve tentare di cancellarla o ignorarla. Sarebbe contro natura, prima ancora che stupido.
È un qualcosa con il quale ogni giorno ci dobbiamo confrontare.
Non va sfuggita, non va derisa e forse nemmeno affrontata nel senso letterale del termine.
Con essa dobbiamo imparare a convivere ed averla al nostro fianco.
Di fatto è un elemento positivo e come tale andrebbe inteso. Grazie alle sue informazioni, infatti, possiamo valutare meglio ciò che ci circonda.
Tutto bellissimo, ma se vogliamo completare il nostro percorso dobbiamo fare un passo ulteriore.
Per evitare che ci intossichi, la paura va contenuta prima che prenda il sopravvento.
Come si fa a contenere la paura?
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Attenzione: non cancellare, né eliminare, ma contenere. Questo vuol dire che alla fine del processo la paura sarà sempre con noi. Ma al suo giusto posto.
Innanzitutto la paura va riconosciuta. Va capita. Va riconosciuto e compreso qual è il messaggio che essa ci vuole dare. E non è cosa da poco: quel messaggio ci ha raggiunto per un motivo importante. La sua importanza è determinata dal fatto che, ascoltandolo o meno (e in che modo lo andremo ad ascoltare) potremo migliorare o meno la nostra interazione con l’ambiente circostante.
Ma in pratica?
La paura va “isolata” nel momento presente e nella situazione nella quale si manifesta.
In altre parole? Una volta riconosciuta, compresa e “isolata” dobbiamo ricordarci costantemente perché siamo qui, perché siamo arrivati nella situazione in cui la paura ci raggiunge con il suo messaggio.
Perché siamo qui?
E dove vogliamo arrivare?
Fatevi queste domande.
Va sempre riconosciuto il motivo centrale che esprime il perché io mi trovo in una determinata situazione. Se avremo chiaro l’obiettivo che risplende laggiù in fondo, che mi riscalda, mi rende vivo e attivo, mi fa sentire bene, anche la paura assumerà un profilo totalmente diverso.
Dobbiamo convincere noi stessi, se ancora non l’abbiamo fatto, che ciò che facciamo per noi è importante, fosse anche solo muoversi per andare da quella ragazza e parlarle.
È importante per il nostro obiettivo, ma anche rispetto al percorso che abbiamo fatto, per ciò che abbiamo alle nostre spalle. Per le cicatrici, piccole o grandi, che ci segnano.
Se faremo così la paura acquisterà il senso che le compete. Quello di avvertirci e aiutarci ad affrontare situazioni che escono dall’ordinario.
A mano a mano poi che affronteremo le situazioni in cui la paura ci raggiungeva, scopriremo quanto la paura ci raggiunga sempre meno, poiché esse inizieranno a rientrare nel nostro “noto”.
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E dunque non ci sarà bisogno di valutarle meglio.
Non rischiamo però di fare l’errore opposto, quello di non ascoltarla più, solo perchè ormai quella situazione è già nota e vissuta altre volte.
Ascoltiamola e poi agiamo.
L’ azione quindi ha una sua importanza centrale nel contenimento della paura.
Anche questo è allenamento.
Buona (e utile) paura a tutti!
Un abbraccio,
Lo Staff di IN Attraction